Lavorare in un’azienda ci costringe almeno in parte ad una sospensione del giudizio.
Come (e soprattutto in che misura) conciliare la propria visione critica del sistema con la ricerca di accettazione sociale sul posto di lavoro?
Credo che la maggior parte delle persone, come detto sopra, semplicemente sospenda l’attività critica: in qualche modo entrano in uno stato alterato di coscienza, nel quale muta bruscamente l’universo valoriale di riferimento.
Prova ne sono le relazioni tra colleghi, il più delle volte ben circoscritte e delimitate ai luoghi e agli orari di lavoro. Estendere una relazione amicale con un collega al di fuori degli spazi e tempi canonici è per molti uno sforzo immane, un gesto sicuramente critico (che genera crisi), che spesso comporta riflessioni prolungate e assunzione del rischio di disapprovazione da parte del resto del gruppo.
Fuori dal lavoro siamo delle altre persone, e non è detto che vogliamo farci conoscere dai nostri colleghi.