Piacere. Potere.

Il clitoride. 60mm di carne che mettono in scacco un’intera persona. Il piacere che paralizza. Brividi. Contrazioni. Il respiro che accelera, la temperatura che sale, il cervello che corre veloce. Perdi l’uso della parola, tutto il corpo diventa improvvisamente una tavola ricettiva, ogni dito che ti sfiora ti sconvolge. Ondate di calore a ritmo crescente, scosse elettriche che penetrano dritte nel cervello. Il piacere diventa un bisogno. Ogni volta che il contatto si interrompe, ogni secondo di distacco il tuo corpo si tende, alla ricerca disperata del piacere. Il climax contrae il tempo. E vuoi che il tempo si fermi in quel preciso istante di piacere e insieme ne vuoi ancora di più. L’orgasmo è insieme il traguardo che brami di raggiungere e il momento che vorresti ritardare il più possibile, per godere sempre più del crescendo di piacere che ti inonda dal ventre.
Una mano, due dita, sono sufficienti a possedere un corpo. Il rapporto di dipendenza è così forte che diventi padrone di un’altra persona. Decidere il ritmo del suo piacere, il limite a cui portarla, all’estremo di fermare tutto all’improvviso, senza possibilità di contrattazione. Un’arte marziale, che assegna potere di vita e di piccola morte.
Immagina un potere che scoprisse il piacere. Immagina la pervasività di un controllo capace di penetrare in profondità, fino ai recessi più antichi del tuo sistema nervoso: un impianto elettronico attivabile a distanza che scateni ondate di piacere selettive e regolabili. Non più un potere che punisce, ma un potere che premia. Se fai quel che ti dico, godrai come mai hai goduto prima, se disubbidisci sarai condannat* all’apatia, all’assenza di sensazioni, all’anedonia. Immagina qualcosa di più irresistibile di un piacere improvviso che ti inonda, senza che tu ne abbia il controllo: una frustata che scuote il corpo, che paralizza la mente, che crea dipendenza. Come si può resistere al piacere? Immagina una sommossa repressa con un orgasmo collettivo, immagina uno sciopero tramutarsi improvvisamente in un’orgia solipsistica. La coscienza di classe dissolta in un brivido, una massa coesa che si tramuta all’istante in una distesa infinita di singoli corpi egoisti.
Riusciresti ad odiare un potere così? E se anche lo odiassi, riusciresti a farne a meno?
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